- 1 Il primo e l’ultimo casco
- 2 I primi 10 anni
- 3 In memoria di Simoncelli
- 4 Ironia e simpatia
- 5 Tema calcio
Valentino Rossi è celebrato sicuramente per la carriera fantastica fatta di vittorie spettacolari. Un grande talento del moto GP. Ma non solo. Nei 23 anni di carriera il Dottore (così soprannominato) ha fatto del casco la sua firma per eccellenza. Alcuni caschi messi per spettacolarizzare, altri messi per comunicare, sta di fatto che negli anni Valentino Rossi ha saputo fare del proprio casco una vera e propria arte.
Il primo e l’ultimo casco
I simboli per eccellenza che campeggiano sui suoi caschi sono il sole e la luna. Nel suo esordio nella classe massima nel 2000, infatti, il casco del Mugello presenta il suo solito simbolo, il sole e la luna, e sul retro compare “Valentinik”, ispirato al personaggio di “Paperinik”, uno dei fumetti preferiti dal campione della due ruote. Ultimo, invece, un casco pieno di colori fluorescenti con cui si è presentato ai test invernali di Sepang. Ideato per i suoi 40 anni, grazie alla collaborazione con il grafico Aldo Drudi.
I primi 10 anni
In questi anni sono veramente tanti i caschi che ha sfoggiato Valentino Rossi. Nel 2008 come molti fan sanno, Rossi si è presentato al Mugello con un casco un in cui era raffigurata la sua faccia con un’espressione sconvolta: “È la mia faccia quando entro nella curva San Donato dopo il rettilineo del Mugello a oltre 300 km/h”, ha dichiarato Valentino.
Non ha portato bene, invece, il casco del 2010, quando Valentino Rossi si fratturò tibia e perone. Rappresentava un jolly che a quanto pare avrebbe voluto giocarsi al Mugello, che sfortunatamente non ha potuto esporre. Si rifà però, l’anno successivo con un casco in cui è raffigurato un occhio gigante. Un simbolo che ha come scopo quello di essere da monito dell’anno precedente “Occhio a farti male”, ma nello stesso tempo rappresenta anche l’occhio vigile dei tifosi che non vedevano l’ora di rivederlo vittorioso in pista.
In memoria di Simoncelli
Non solo caschi divertenti però, nel 2012 quando si torna in pista per la prima volta dopo il tragico incidente di Marco Simoncelli, Valentino Rossi omaggia il campione con un casco che aveva la parte frontale uguale a quella del Sic con il numero 58, che poi sfumava nel solito casco di Rossi. Sicuramente uno dei caschi più emozionati sfoggiati dal campione delle due ruote.
Ironia e simpatia
La simpatia e l’ironia la fanno comunque da padrona sulle raffigurazione dei caschi del pilota pesarese. Nel 2013 ironizza sulle prestazione negative fatte con la Yamaha e sceglie di farsi raffigurare come una tartaruga che simboleggia l’inseguimento dei tre piloti (Marquez, Pedrosa e Lorenzo) che avevano la meglio in quel periodo. Tra i più ricordati il casco presentato al Mugello nel 2014, a tema culinario: “La pasta italiana non scuoce mai, dura nel tempo”.
Tema calcio
I suoi caschi, negli anni, hanno avuto come tema anche il calcio. Nel 2008 a Montmelò, sfoggia un casco che rappresenta un pallone da calcio, in onore della Nazionale impegnata agli Europei. Nel 2017 invece, per la gara al Mugello si presenta con un casco dedicato a Francesco Totti, che la settimana precedente aveva giocato la sua ultima partita con la Roma. Un casco tutto verde e nella parte alta la scritta “Mo’ je faccio er cucchiaio”, citazione del giocatore giallorosso in occasione della semifinale di Euro 2000, prima di tirare il rigore contro l’Olanda. Dietro la frase di un coro dedicato sempre al numero 10 della Roma “Un Capitano… c’è solo un Capitano”. Rappresentato anche un Valentino Rossi acciaccato, reduce dall’ultimo incidente fatto, con un pallone in mano che tenta di battere un rigore.
Insomma, tanti e svariati i caschi che in questi anni ha portato in pista Valentino Rossi, modi per comunicare con i suoi tifosi in base all’andamento delle sue gare e per esprimere ciò che nella vita lo rappresenta, ma ancora un modo per ricordare o salutare altri sportivi. È questo che ha fatto di Valentino Rossi un campione tanto amato, oltre alla sua immensa bravura sulle due ruote.