Caschi moto omologati: normativa, informazioni su leggi e omologazione

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Mettereste a rischio la vostra vita per risparmiare? Sembra una domanda assurda, dalla risposta scontata ma è proprio la domanda che serve porsi quando si acquista un casco. È per questo che è importante accertarsi che il casco che stiamo per comprare sia in regola con le disposizioni di legge, quindi che risulti omologato, e poi ovviamente che sia anche adeguato all’impiego che se ne farà. Esistono varie tipologie di casco, integrali piuttosto che semiintegrali, adatti per lunghi viaggi in moto o per spostarsi per brevi tratti, tutti però hanno un comune denominatore: la sicurezza. Tutti pensati con la funzione essenziale di proteggere la testa in caso di incidente, e per questo negli anni si è sempre cercato di trovare una regolarizzazione della normativa per l’omologazione dei caschi in modo da tutelare quanto più possibile il motociclista.

 

Nuova normativa per l’omologazione dal 2020

Dopo alcuni anni di stallo, in riferimento alla regolarizzazione della normativa relativa all’omologazione dei caschi per i mezzi a due ruote, a partire dal 2020, sarà in vigore la nuova normativa per l’omologazione dei caschi su strada. L’ultimo intervento legislativo relativo proprio all’omologazione dei caschi su strada, risale al lontano 2000. Dopo quasi vent’anni di blocco, finalmente arriva il cambiamento: la GRSP (Global Road Safety Partnership) ha iniziato a lavorare al procedimento di stesura del nuovo disegno normativo. Il procedimento di stesura e gli aspetti tecnici della nuova norma, sono già stati definiti; in particolare, la nuova omologazione ECE 22-06, potrà già essere applicata ed entrare in vigore a partire dal 2020.

La nuova omologazione ECE 22-06, ha definito rispettivamente 5 punti di impatto dell’incudine sul casco; questi 5 punti di impatto sono la parte frontale, la sommità, il retro, la parte laterale e la mentoniera. La nuova norma rende ancora più severa la procedura di prova, aggiungendo nuovi punti di impatto; i punti aggiunti sono 4, 6 sulle linee mediane e in più verrà aggiunto un punto in più a campione, diverso per ogni casco in omologazione

Il nuovo metodo di valutazione espresso dalla norma, sarà certamente più completo, se paragonato al metodo di valutazione del sistema americano Snell (utilizzato fino ad ora). Quest’ultimo predispone per i test di omologazione dei caschi su strada, dei punti casuali sulla linea mediana della calotta senza però considerare i punti sulla mentoniera e sul lato che in caso di urto possono portare a problemi molto gravi.
I nuovi caschi prodotti, per essere omologati su strada a partire dal 2020, dovranno necessariamente essere ottimizzati per riuscire a resistere in modo adeguato ai picchi di energia, dovuti ai grossi urti. Ma non solo, con il nuovo regolamento, i nuovi caschi dovranno inoltre essere in grado di resistere ed essere in grado di assorbire i colpi di minor intensità.

Impatti a bassa velocità

Purtroppo l’elevata percentuale di morti su strada, deceduti in seguito a urti riportati a bassa velocità durante la guida della moto ha portato all’attenzione il problema e ha sollecitato i lavori per dare vita alle nuove disposizione normative relative all’omologazione dei caschi. Quest’ultimi quindi dovranno sì essere ottimizzati per resistere ai picchi di energia dovuti ai grossi urti, ma dovranno avere sempre di più strutture capaci di assorbire colpi a minore intensità. Oggi i test di omologazione per i caschi, prevedono degli impatti contro un’incudine piatta e Kerbostone a forma di marciapiede.

Un’importante novità per quanto riguarda i nuovi test che verranno condotti, è il test di accelerazione rotazionale, cioè l’indice che misura il danno riportato dal conducente quando il casco impatta in modo tangenziale su una sporgenza. La vecchia normativa non aveva i mezzi tecnologici per effettuare tale misura, erano dati imprecisi. Ad oggi si misurerà in modo diretto grazie a false teste in magnesio dotate di grip per simulare l’effetto pelle, con nove accelerometri e sensori di velocità angolare montati su di essa.

Questioni da valutare

  1. Ancora da sciogliere il nodo sui dispositivi di intercomunicazione. Molte aziende vendono caschi predisposti per i dispositivi intercom proprietari o compatibili, ma secondo lo spirito della norma di omologazione, tutte le sporgenze esterne non dovrebbero essere consentite. Non è ancora definita la questione, ma sarà sicuramente necessario verificare sia la predisposizione dei caschi sia la possibilità di montare impianti esterni. In quest’ultimo caso, bisogna specificare come devono essere gli ancoraggi e gli alloggiamenti interni. Probabilmente, nella nuova norma, un impianto di intercom non interno avrà l’unica prescrizione di essere installato da personale qualificato. Ma è ancora tutto da decidere.
  2. Altro punto ancora aperto sul tavolo è la questione dei criteri di rumorosità. Non c’è un limite definito per la rumorosità interna del casco e i dati dichiarati dai produttori sono senza fonti certe. Bisognerà che la norma codifichi le procedure per queste misurazioni, siano esse legate alla rumorosità o alla capacità di dissipare calore. Ma servirà soprattutto puntare a mettere in evidenza questi nuovi parametri come dei plus rispetto all’omologazione base, per premiare i produttori di caschi che investono in ricerca e sviluppo.

Come si riconoscono le sigle di omologazione

I caschi che si trovano in commercio devono essere omologati dal ministero dei Trasporti o secondo la specifica europea ECE/ONU 22-05. È facile controllare che non ci siano problemi di omologazione perché all’interno del casco è presente un’etichetta composta da un cerchio dentro al quale si trovano le indicazioni: questa è composta da un numero distintivo della nazione di omologazione (ad esempio, E3 nel caso dell’Italia) e dal numero di omologazione, a sua volta composto da due cifre iniziali che indicano la versione della direttiva e le seguenti relative all’omologazione specifico del casco. Inoltre, su questa etichetta oltre alla lettera E indicante appunto che il casco è omologato per l’Europa, vi è una seconda lettera (posta dopo il carattere ‘’/’’) che indica la tipologia di casco, nonché il grado di protezione della mentoniera:

  • /J per il casco jet: aperti, quindi privi di mentoniera
  • /P per il casco integrale: completamente chiuso quindi con mentoniera protettiva
  • /P-J per il casco modulare: nel caso di mentoniera protettiva sia chiusa che aperta
  • /NP per il casco modulare: nel caso di mentoniera non protettiva

L’etichetta deve essere cucita sul sistema di ritenzione del casco.
L’omologazione non fa altro che certificare la validità protettiva del casco e il superamento di determinati test. Ogni paese ha un proprio codice, in modo tale da sapere in quale nazione stato omologato un casco.

Numero distintivo della nazione di omologazione

E1: Germania; E2: Francia; E3: Italia; E4: Paesi Bassi; E5: Svezia; E6: Belgio; E7: Ungheria; E8: Repubblica Ceca; E9: Spagna; E10: Serbia; E11: Regno Unito; E12: Austria; E13: Lussemburgo; E14: Svizzera; E15: Novergia; E17: Finlandia; E18: Danimarca; E19: Romania; E20: Polonia; E21: Portogallo; E22: Russia; E24: Irlanda; E25: Croazia; E26: Slovenia; E27: Slovacchia; E28: Bielorussia; E29: Estonia; E31: Bosnia: E32: Lettonia; E34: Bulgaria; E37: Turchia; E40: Macedonia; E43: Giappone; E45: Australia; E46: Ucraina; E47: Sud Africa; E48: Nuova Zelanda.

Cosa è l’omologazione ECE?

L’ ECE è l’armonizzazione di tutte le norme in materia, in modo che i caschi in commercio, sul territorio nazionale ed Europeo, rispondano a determinati standard di sicurezza. Si è partiti dall’ECE 22.02 negli anni 80, arrivando ad oggi alla versione più sicura e tecnologicamente avanzata ovvero l’omologazione ECE 22.05. La normativa ECE è comunque in continuo mutamento la tecnologia va avanti e per questi motivi nel 2020 data già fissata, entrerà in vigore lo standard di sicurezza ECE 20.06 , sicuramente migliorativo e che metterà in circolazione caschi sempre più sicuri.

Pene per casco non omologato

Il casco non omologato verrà sequestrato per la successiva confisca. E se nell’arco del biennio vengono contestate due violazioni per omesso uso del casco protettivo non omologato o non allacciato, la sanzione accessoria del fermo amministrativo non sarà di 60 giorni, bensì di 90. Inoltre, pene severe anche per chi importa, produce o commercializza caschi di protezione non omologati. Secondo l’articolo 171 del codice della strada sarà punito con una sanzione che va da 849,00 a 3396,00 con il relativo sequestro per la successiva confisca dei caschi.


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