- 1 Caratteristiche dei caschi per Moto GP
- 2 Gare sul bagnato
- 3 La diversità del casco Moto GP
- 4 Le ultime regole per l’omologazione
- 5 L’evoluzione della struttura del casco
- 6 La personalizzazione
Per gli amanti delle due ruote, il Moto GP è in assoluto lo sport preferito. Uno sport fatto di adrenalina allo stato puro, dove la sicurezza è la priorità numero uno. L’attrezzatura dei piloti MotoGP incorpora numerosi elementi protettivi, come le protezioni delle ginocchia e del gomito, un airbag e un casco.
Caratteristiche dei caschi per Moto GP
I caschi che usano i piloti sono realizzati in fibra di carbonio. In MotoGP, i piloti devono indossare caschi di tipo full face con l’omologazione appropriata. Sono altamente personalizzabili: il design o l’aspirazione dell’aria possono essere regolati per garantire il massimo livello di protezione e comfort per i piloti, in modo da non avere distrazioni di alcun tipo durante la gara.
Gare sul bagnato
La chiave per un perfetto casco Moto GP è trovare il giusto equilibrio tra una massima protezione e un livello di comodità che non ostacoli le prestazioni del pilota. Uno dei fattori determinanti nella scelta degli equipaggi di protezione dei motociclisti è il tempo. La pioggia rappresenta un ulteriore elemento di rischio che richiede che ciascuno dei dispositivi sia regolato per la sicurezza e il comfort del pilota. Infatti, in caso di gara sul bagnato il casco si adatta alla situazione.
In caso di pioggia, uno dei principali effetti negativi è l’umidità che può causare un ostacolo per la vista. Per evitare questo, i caschi utilizzati in queste condizioni hanno maggiore ventilazione. Anche la visiera si adatta alla situazione. Ci sono, infatti, diversi livelli di luminosità per gli schermi del casco, sia sull’asciutto che sul bagnato. La gamma di schermi per caschi da pioggia tendono ad essere più luminosi. Hanno anche uno schermo interno, separato dal principale, che crea una camera d’aria per mantenere una temperatura equilibrata all’interno del casco e ridurre la condensa. È inoltre importante mantenere la superficie pulita e asciutta usando un processo di trattamento speciale per impermeabilizzare la visiera e ridurre l’impatto delle piogge.
All’interno della mentoniera è posizionato il velcro per collocare la mascherina di gomma. Essendo l’appannamento il nemico numero uno della visiera, la mascherina ha il compito di isolare il naso e di incanalare la respirazione con uno sfogo verso il basso. Sulla visiera stessa è anteposta una visiera più piccola denominata NFR System (Nolan Fog Resistent System) che ha la capacità di evitare l’appannamento e permettere la migliore visibilità anche in condizioni estreme. Alcuni piloti, per maggiore tranquillità, desiderano montare sul profilo superiore della visiera una guarnizione più spessa che non permetta alle gocce d’acqua di entrare dall’alto.
La diversità del casco Moto GP
Il casco per i piloti di Moto GP è assolutamente unico del suo genere. Nasce per scopi completamente diversi rispetto a quelli destinati alla larga utenza. Il grado di sicurezza che serve ad un pilota è estremo: deve sopportare costantemente velocità elevatissime (fino a superare i 330 km/h) e proteggere perfettamente in caso di caduta, una possibilità per niente remota nelle competizioni e sicuramente molto più alta rispetto a chi usa la moto su strada. La sicurezza vince sicuramente sul confort, anche perché il casco viene indossato per un massimo di 60 minuti di tempo.
Le ultime regole per l’omologazione
La Commissione ha approvato il nuovo standard del casco FIM che ne prevederà uno unico e migliorato e che sostituirà i vari standard internazionali usati. Le nuove regole per ottenere l’omologazione sono diventate effettive dal 3 giugno 2019. I caschi sono stati mandati ad un laboratorio specializzato nell’Università di Zaragoza per essere sottoposti a tutti i test del caso, valutandone la sicurezza. I caschi che non risultano in linea con quanto richiesto non possono essere indossati in gara.
L’evoluzione della struttura del casco
I primi caschi impiegati dai piloti non erano come quelli di adesso. Erano privi dei dispositivi di sicurezza che consentivano a chi li indossava di guidare nel pieno del comfort e della sicurezza. Ai materiali leggeri di inizio Novecento, gli ingegneri hanno aggiunto anche altri materiali, tutti definiti anti-impatto.
- Negli anni 30, arrivarono importanti sviluppi, quando la produzione di caschi conobbe l’impiego della lega leggera, la fibra vulcanizzata, il poliestere ed, infine, la fibra di vetro. Anche la calotta, nel periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale, venne totalmente rivoluzionata
- Questi esemplari vennero utilizzati fino agli anni 60, per poi essere sostituiti da quelli più leggeri, la cui imbottitura era formata da materie prime più resistenti come il sughero e la tela morbida che avvolgeva anche il collo
- Dagli anni 70 in poi, il casco diventa integrale, ma non c’era una grande dedizione ai caschi di produzione. I piloti indossavano caschi che erano prototipi, curati artigianalmente per essere efficaci alle alte velocità e sicuri in caso di caduta. Ma erano lontani anni luce rispetto ad oggi
- A partire dagli anni 80 cambiò nuovamente la struttura del dispositivo di sicurezza, dove la stragrande maggioranza delle case produttrici passò dall’impiego di plastica dura, all’insostituibile carbonio
- Ad oggi, l’attenzione per la sicurezza del casco dei piloti di Moto GP è imprescindibile
La personalizzazione
Un’abitudine tipica dei motociclisti, sia amatoriali sia professionisti, è quella di effettuare spesso una personalizzazione del casco. In particolare, i piloti della MotoGP hanno questa tendenza, che si è diffusa sempre più nel corso degli anni. Tra i caschi indossati dai piloti della motoGp, hanno invece fatto la storia quelli di Valentino Rossi (verde fosforescente), Jorge Lorenzo (ornato di Swarovskji in occasione di un GP di Estoril) e Marc Marquez che nel 2014 ha esibito un casco avente una simpaticissima raffigurazione delle corna di cervo. Uno dei più attivi su questo fronte è sempre stato, appunto, Valentino Rossi che in oltre vent’anni di carriera ha collezionato decine e decine di caschi diversi.
Ogni stagione il “Dottore” esprime ironia e fantasia con pittoreschi disegni sul casco, diventati veri e propri oggetti di culto dei tifosi. Da quando ha iniziato a correre, il nove volte campione del mondo ha affidato la realizzazione dei caschi personalizzati ad AGV, un’azienda piemontese che successivamente è stata acquistata da Dainese. La sponsorizzazione, che resiste tutt’ora, è iniziata nel 1996.