- 1 Come è fatto un casco
- 2 Come sceglierlo
- 3 Tipologie di caschi non integrali
- 4 Pro e contro dei modelli non integrali
Il casco è un accessorio imprescindibile per tutti i possessori di una moto. Indipendentemente se si è un appassionato di moto oppure un motociclista che usa il proprio mezzo a due ruote per spostarsi più facilmente, non si può assolutamente rinunciare al casco. È indispensabile in quanto ci consente di proteggerci dagli urti preservando e contenendo una parte delicatissima, forse la più delicata del nostro corpo cioè la testa. Esistono diversi tipi di caschi. Ogni modello ha delle caratteristiche che lo differenziano e contraddistinguono dagli altri e ogni modello presenta, naturalmente, sia pro che contro.
Come è fatto un casco
Il casco è un dispositivo di protezione individuale di cui il motociclista non può fare a meno. La sua sicurezza è data dalla presenza del casco stesso e sceglierlo è importante proprio per questo. È costruito con materie prime in grado di contrastare i forti urti, con la finalità ultima di salvaguardare la vita del singolo individuo, evitando collisioni inaspettate. Lo scopo principale è quello di proteggere la testa in caso in cui un corpo in velocità subisca un forte urto.
Tutti i caschi che debbano essere immessi sul mercato presentano alcune caratteristiche comuni:
- la calotta, caratterizzata da una notevole resistenza la quale è utile sia alla redistribuzione della forza dell’impatto su tutta l’area del casco, sia all’accertamento che l’oggetto in questione rimanga integro andando incontro a qualsiasi tipo di colluttazione
- il sottogola: ne esistono di diversi tipi in relazione al meccanismo della chiusura. La fibbia, un metodo ormai caduto in disuso, ed il velcro che viene utilizzato per la costruzione di caschi particolari. Esistono, inoltre, le fibbie a sgancio rapido in plastica le quali vengono usate nel caso dei caschi adatti a praticare ciclismo, che sanno resistere ad urti moderati. Vi è anche un tipo di sottogola che prende il nome di Automatic Fit Beit, che presenta uno sgancio rapido ed è dotato di un avvolgitore automatico che consente una più veloce sfilatura del casco. In commercio vi sono anche dei sottogola a sgancio o chiusura rapida, dei sottogola denominati micrometrico che permettono di regolare, più facilmente, la lunghezza del cinturino. L’ultimo modello di sottogola esistente è detta a doppio anello: è la tipologia più semplice da utilizzare per via della facilità con cui è possibile indossare e sfilare il casco.
Come sceglierlo
Sono tantissimi i vari tipi di casco da moto e per ciascun modello, ci sono altrettante caratteristiche che li differenziano tra loro. Sono differenti i materiali con i quali vengono realizzati, così come gli ambiti in cui verranno utilizzati. E proprio in base a quest’ultima questione si fa la prima scelta.
- Per viaggi in moto di medio e lungo raggio è preferibile il casco Integrale che offre un alto grado di protezione, è ideale per sentirti pienamente protetto e comodo anche durante, nonché per garantirti una protezione totale della testa anche in ogni spostamento quotidiano.
- Per gli spostamenti in città in moto o in scooter, nei tragitti quotidiani e soprattutto in estate è ideale il casco non integrale.
Tipologie di caschi non integrali
Sono diverse le tipologie di caschi non integrali esistenti: vi è il casco a scodella, il cui uso è ormai vietato dal 2012, il demi jet , il jet e il casco modulare
CASCO A SCODELLA
Il casco denominato a scodella, il cui vero nome è casco Cromwell inizia ad essere a partire dagli anni sessanta. Attualmente non in uso per via della scarsa sicurezza che esso garantisce. La protezione che questa tipologia di casco offre, infatti, è molto precaria e si contrappone alla leggerezza ed alla maneggevolezza di cui è dotato. In Italia la commercializzazione di questa tipologia di casco è stata consentita solo per la guida dei ciclomotori, con omologazione rilasciata dalla Direzione Generale della Motorizzazione. Ciò si protrae sino all’emanazione del Decreto 28 luglio 2000 del Ministero dei trasporti e della Navigazione, che vietò sia l’omologazione che la vendita nel 2011. A partire dall’anno 2012 è stata, definitivamente, vietata la vendita e l’uso di caschi di questo tipo per la guida di qualsiasi tipologia di mezzi a due ruote.
CASCO JET E DEMI JET
Si tratta di due tipologie di caschi aperti con caratteristiche molto simili tra di loro. Entrambi possono essere dotati o meno di una visiera. I caschi Jet sono in grado di proteggere l’individuo solamente sino alle orecchie, in quanto sono sprovvisti di mentoniera e, nel caso di un forte urto, questa tipologia di casco non è in grado di offrire la giusta protezione della mandibola, della mascella e del naso in quanto protetti solo dalla visiera. I caschi Demi Jet, invece, riescono a garantire maggiore protezione poiché rivestono anche le mandibole.
CASCO MODULARE
Può rientrare in questa categoria anche il casco modulare che si trasforma da casco integrale, quindi completamente coprente, a casco semi integrale con un sistema che consente di alzare la mentoniera. In questo modo è possibile indossare questo tipo di casco in tutte le stagioni poiché con la visiera alzata l’aria circola facilmente. Viceversa, abbassando la visiera, diviene protettivo alla stessa maniera di un casco integrale. In merito alla sicurezza, invece, si può dire che il casco modulare è meno levigato e liscio e, in caso di caduta, potrebbe impedire il corretto scivolamento sull’asfalto.
Pro e contro dei modelli non integrali
In generale i caschi aperti sono caratterizzati da un’estrema leggerezza, sono facilmente indossabili e consentono una buona circolazione dell’aria. Dal punto di vista dei prezzi, sono ovviamente più contenuti ed, inoltre, sono talmente ridotti dal punto di vista delle dimensioni da potersi conservare tranquillamente nel bauletto o nel sotto sella della moto.
Di contro presentano il limite di non poter essere utilizzati per viaggi più lunghi dove la velocità è più elevata. In questi casi è normale che, con un casco aperto, aumenti la sgradevolezza dovuta all’intensità dell’aria che colpisce il viso, agli insetti ed al fatto di potere andare incontro alla possibilità di attraversare climi differenti. In quest’ultimo caso infatti trovare umidità, pioggia, vento e nebbia può fare sentire maggiormente il peso della mancanza di una protezione adeguata.